Negli ultimi anni l'acuirsi della crisi economica e la minaccia dai contorni incerti e potenzialmente catastrofici del cambiamento climatico hanno imposto un'accelerazione alla traduzione operativa dei principi dello Sviluppo Sostenibile. Un indicatore della focalizzazione dell'interesse sugli scenari a breve termine può essere colto nel successo che ha incontrato il termine Green Economy 1 (o anche Green Growth) con cui si tende a definire un nuovo modello economico capace di coniugare (qui ed ora) le istanze ambientali con le aspettative di benessere garantite dall' espansione economica e dalla piena occupazione.
L'orientamento alla Green Economy è stato adottato con convinzione dalle maggiori istituzioni internazionali (vedi UNEP, OCSE, CE, …) che, pur nella varietà di sfumature e sensibilità, sostanzialmente concordano sul fatto che la G.E. non sostituisce la definizione di Sviluppo Sostenibile, ma si configura semplicemente come un suo strumento attuativo.
Di fatti dal punto di vista teorico non c'è nulla di nuovo sotto il sole per cui trovano collocazione in questo nuovo filone di intervento tutti gli strumenti e le buone pratiche messe a punto per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile individuati a partire dal "Vertice della terra" del 1992 in poi. Nella dialettica tra globale e locale tipica degli approcci olistici in questione, la Toscana può rivendicare a buon titolo una posto di primo piano tra le esperienze di punta che a livello regionale hanno saputo promuovere percorsi locali di sviluppo sostenibile coinvolgendo tutti gli attori interessati. In particolare, per la sistematicità nel sostegno e per l'attualità dei temi, vale la pena segnalare l'impegno per la diffusione del modello insediativo conosciuto con l'acronimo APEA (Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate); le politiche messe in atto per articolare a livello regionale la strategia Produzione e Consumo Sostenibili; la promozione di processi di programmazione/pianificazione locale coerenti con il modello dell' Agenda 21 Locale e, più recentemente, iniziative quali il Patto dei Sindaci ed i Contratti di Fiume.
Dato lo spettro d'azione e l'innovatività dei temi è stato (ed è) di fondamentale importanza il confronto con le istituzioni pubbliche e private, in primo luogo le altre Regioni. L'esigenza di armonizzare le diverse strategie regionali, in particolare sui fronti di maggior contenuto innovativo, ha indotto alcune regioni - tra cui la Toscana - ad organizzarsi in network attraverso la partecipazione alla Rete CARTESIO (network promosso dalle Regioni per la gestione sostenibile di Cluster, ARee TErritoriali e Sistemi d'Impresa Omogenei).
La Rete ha un proprio sito (www.retecartesio.it) in cui pubblicizza e diffonde i risultati delle iniziative e dei progetti realizzati. Dal 2007 la Rete è riuscita a far approvare numerosi progetti beneficiando di vari strumenti finanziari comunitari (LIFE+, IEE, Eco-Innovation, …) tra quelli più recenti o ancora in corso si veda ad es. BRAVE, IMAGINE, ECCELSA, ETA BETA, LAIKA, …).
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La green economy mira a migliorare la qualità della vita di tutto il genere umano, riducendo le disuguaglianze nel lungo termine e senza esporre le generazioni future ai preoccupanti rischi ambientali e a significative scarsità ecologiche. In questo senso la green economy è il mezzo e il fine di se stessa, poiché come strumento attuativo dello sviluppo sostenibile diventa una "fase di transizione", la via per gestire il cambiamento verso un modello di sviluppo sostenibile e, allo stesso tempo, conduce ad un nuovo modello economico (e quindi il fine) stabilmente sostenibile (ENEA, 2012).