Povertà relativa in Toscana nel 2012: aumento statisticamente significativo


La povertà relativa (la percentuale di famiglie e persone povere), calcolata sulla base di una soglia convenzionale (linea di povertà) corrispondente al valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi, risulta in aumento su quasi tutto il territorio nazionale. In un quadro nazionale preoccupante, la Toscana nel 2012 si colloca ancora nella parte bassa nella graduatoria con il 6,8% (circa 112.000) di famiglie relativamente povere. Tenendo conto dell'errore campionario (pari al 10,75%) la stima oscilla, con una probabilità del 95%, tra il 5,4% e l'8,2%.  Rispetto all'incidenza del 5,2%, registrata nel 2011 si osserva, tuttavia un aumento statisticamente significativo.
La provincia di Trento (4,4%), l'Emilia Romagna (5,1%) e il Veneto (5,8%) presentano i valori più bassi dell'incidenza di povertà. Si collocano su valori dell'incidenza di povertà pari al 6% la Lombardia e Il Trentino Alto Adige.
Ad eccezione dell'Abruzzo (16,5%), dove il valore dell'incidenza di povertà non è statisticamente diverso dalla media nazionale, in tutte le altre regioni del Mezzogiorno la povertà è più diffusa rispetto al resto del Paese. Le situazioni più gravi si osservano tra le famiglie residenti in Campania (25,8%), Calabria (27,4%), Puglia (28,2%) e Sicilia (29,6%) dove oltre un quarto delle famiglie sono sotto la soglia di povertà.

La soglia di povertà relativa in Italia per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media mensile per persona, che nel 2012 è risultata di 990,88 euro (-2% rispetto al valore della soglia nel 2011 che era di 1.011,03 euro). Le famiglie composte da due persone che hanno una spesa mensile pari o inferiore a tale valore vengono classificate come povere.

Figura 1 Incidenza di povertà relativa per Regione - Anni 2011 e 2012
(Fonte: dati Istat - Indagine sui consumi delle famiglie)

 


Incidenza di povertà relativa = si ottiene dal rapporto tra il numero di famiglie con spesa media mensile per consumi pari o al di sotto della soglia di povertà relativa e il totale delle famiglie residenti.

Soglia di povertà relativa: per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media procapite nel Paese. Nel 2012 questa spesa è risultata pari a 990,88 euro mensili.

Errore campionario: è l'errore che si commette osservando solo una parte della popolazione e non l'intera popolazione (l'indagine viene condotta su un campione effettivo di circa 23.000 famiglie, estratte casualmente in modo da rappresentare il totale della famiglie residenti in Italia). E' pertanto possibile costruire un intervallo di confidenza intorno alla stima puntuale ottenuta dal campione. Nel 2012, la stima dell'incidenza di povertà relativa è pari al 12,7%, ma il valore che si otterrebbe osservando l'intera popolazione è compreso, con una probabilità del 95%, tra 12,1% e 13,3%. Tali considerazioni risultano determinanti nei confronti spazio-temporali: limitate differenze tra i valori osservati, infatti, possono non essere statisticamente significative in quanto imputabili all'errore campionario.

 

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Aggiornato al:
06.09.2018
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1244098