La malattia
L’epatite B è una malattia infettiva del fegato causata dal virus dell'epatite B (HBV). Il periodo di incubazione varia fra 45 e 180 giorni, ma si attesta solitamente fra 60 e 90 giorni.
La malattia può manifestarsi con disturbi gastrointestinali, febbre ed ittero (colorazione giallastra della pelle e della parte bianca dell'occhio, urine scure e feci chiare). Nel 30-50% dei pazienti, i sintomi sono vaghi o addirittura assenti.
Nell’adulto la malattia cronicizza in circa il 5-10% dei casi. Più precocemente si verifica l’infezione, maggiore è il rischio di cronicizzazione, infatti nei neonati contagiati poco dopo la nascita l’epatite diventa cronica circa 9 volte su 10. Nel 20% dei casi l’epatite cronica può progredire in cirrosi epatica nell’arco di circa 5 anni. Il cancro al fegato (epatocarcinoma) è un’altra complicanza frequente dell’epatite cronica, soprattutto nei pazienti con cirrosi. L’infezione da Hbv, nei Paesi in cui la malattia è ampiamente diffusa, è responsabile di fino al 90% dei carcinomi del fegato.
L'epatite B è trasmessa dagli individui che si trovano in fase acuta di malattia o durante il periodo di incubazione e da coloro che dopo la malattia sono rimasti portatori del virus.
La trasmissione può avvenire:
- attraverso il contatto di sangue o liquidi organici con le mucose o la cute abrasa di persone sane (ad es. in caso di rapporti sessuali non protetti);
- attraverso la puntura con aghi o oggetti taglienti contaminati (ad es. rasoi, aghi per tatuaggi o piercing non sterilizzati) oppure attraverso oggetti di uso personale (ad es. spazzolino da denti, forbici, pettini); il virus può sopravvivere nell'ambiente per circa 7 giorni;
- dalla madre infetta al figlio durante la gravidanza o al momento del parto.
Perché vaccinarsi
A partire dall'introduzione su larga scala della vaccinazione, nel 1991, l'incidenza dell'epatite B in Italia si è notevolmente ridotta, così come i casi di cirrosi e cancro del fegato legati a questa infezione, a testimonianza dell’efficacia del vaccino.
Cosa raccomanda il calendario regionale delle vaccinazioni
La vaccinazione contro il virus dell'epatite B prevede la somministrazione di 3 dosi per via intramuscolare, la prima a 2 mesi compiuti (dal 61° gg), la seconda a 4 mesi compiuti (dal 121° gg) e la terza ad almeno 10 mesi compiuti (301° gg). Di regola questa vaccinazione è compresa nel vaccino combinato esavalente. Generalmente non sono previste dosi di richiamo.
Nei figli di madri positive all'antigene di superficie del virus dell'epatite B (HBsAg positive), va somministrata la prima dose di vaccino monovalente entro le prime 12-24 ore di vita contemporaneamente alle Ig specifiche anti-HBV (HBIg), la seconda dose dopo un mese, ugualmente con vaccino monovalente, mentre dalla terza dose si segue il calendario con vaccino combinato esavalente.
Situazioni che richiedono particolare attenzione
In presenza di particolari condizioni il personale sanitario valuterà l'opportunità di rimandare la vaccinazione o di eseguirla in un ambiente protetto. Pertanto è necessario informare sempre l'operatore sanitario nel caso di:
- reazione allergica a precedenti dosi del vaccino anti-epatite B o a componenti del vaccino;
- malattie gravi o moderate in atto (con o senza febbre).
Prima di ogni vaccinazione, nell’ambulatorio vaccinale viene sempre effettuata un’accurata valutazione delle condizioni di salute presenti e pregresse.
Possibili reazioni indesiderate
Il vaccino per l'epatite B è un vaccino sicuro che non dà in genere problemi, anche se si possono presentare reazioni lievi quali febbre e dolore, rossore e gonfiore nella sede di iniezione.
Tali sintomi si verificano in genere entro 48 ore dalla vaccinazione e si protraggono di solito per non più di 48 ore.
Il rischio di reazioni gravi (come imponenti reazioni allergiche) è estremamente basso e, nella maggior parte dei casi, questi effetti si verificano nei primi minuti dall'inoculazione del vaccino; pertanto dopo la vaccinazione si raccomanda di attendere 15-20 minuti prima di allontanarsi dalla struttura.
Per saperne di più
Eventuali dubbi possono essere chiariti rivolgendosi al proprio pediatra e/o agli operatori sanitari del Centro vaccinale, che potranno fornirti ulteriori notizie e chiarimenti, oppure consultando i siti vaccinarsi.org e/o vaccinarsintoscana.org
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