Istituzioni
17 gennaio 2014
16:57

Un Senato delle Autonomie con pochi ma rilevanti poteri

FIRENZE - "La mancanza di un Senato delle Autonomie ha determinato l'esplosione del contenzioso istituzionale con 111 leggi regionali dichiarate illegittime nel 2013 dalla Corte costituzionale. Servono quindi Regioni che non si sovrappongano alle strutture decentrate dello Stato, ma che le sostituiscano, attuando il principio della sussidiariet ".

Ne convinto il professor Gino Scaccia dell'universit di Teramo, che intervenuto al convegno sul Senato della Autonomie che si svolto presso la presidenza della Regione Toscana, dove ha parlato dell'ente regionale fra mitologia federale e realt costituzionale. Scaccia ha giudicato "artificiale e senz'anima" il progetto di riforma redatto dai saggi della commissione istituita nel giugno scorso dal presidente della Repubblica.

Per il professor Raffaele Bifulco, della Luiss "Guido Carli", l'attribuire una funzione legislativa di carattere nazionale alle Regioni pu essere un mezzo efficace per non restringere i canali democratici ed ottenere un bilanciamento dei poteri. "Condivido ha detto il professore la proposta centrale della commissione dei saggi, per una seconda Camera slegata dalla questione della fiducia e in grado di rappresentare le esigenze delle autonomie". Quanto alla sua composizione ha aggiunto di non credere alla necessit che vi siano rappresentati anche i Comuni e si detto perplesso sull'elezione indiretta perch una decisione che verrebbe presa al di fuori dei Consigli regionali.   

"Il nuovo Senato ha aggiunto il professor Simone Pajno dell'Universit di Sassari dovrebbe avere pochi ma rilevanti poteri, garantendo un peso al sistema delle Autonomie, cosa che l'attuale metodo delle Conferenze Stato Regioni Autonomie non riesce a fare".

"Bisogna saper scegliere in tempo, non arrivarci per contrariet ha aggiunto il presidente di Anci Toscana, Alessandro Cosimi, citando il Guccini di "Eskimo" e un Senato delle Autonomie eletto indirettamente l'unica strada possibile per scongiurare il monocameralismo. Occorre fare una buona riforma, perch se continuiamo solo a parlarne sar la stessa credibilit delle istituzioni ad uscirne lesa".

Giuliano Amato, nella sua qualit di giudice della Corte costituzionale ha detto di soffrire moltissimo per la conflittualit tra Stato e Regioni e di sperare che la riforma serva a ridurlo. "Ho sempre pensato ha puntualizzato che l'unico modo per per salvaguardare le Autonomie sia quello di farle entrare nel sistema della legislazione dello Stato, visto che oggi il loro punto di vista nella formazione delle leggi statali semplicemente non c' ". Amato si detto convinto che serva una seconda Camera, quella delle Autonomie, eletta indirettamente e dotata di un adeguato potere legislativo. "Tutto ci ha concluso servir anche a dimostrare che l'Italia non adatta soltanto al centralismo, che sarebbe la fine per il nostro Paese".

Nel suo intervento il presidente emerito della Corte Costituzionale, Valerio Onida, componente del gruppo dei saggi voluto dal presidente Napolitano, ha affermato che la riforma del Senato l'unica che ha la possibilit di essere approvata anche in questa tormentata legislatura. "Alle Regioni ha aggiunto Onida servono l'autonomia tributaria e quella finanziaria e un Senato delle Regioni non eletto direttamente dai cittadini necessario per riportare le Autonomie al centro del processo decisionale, visto che la direttiva dell'articolo 5 della Costituzione (La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il pi ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento) stata sempre disattesa".