
Dalla Toscana diffusa all’Italia diffusa, esportando a livello nazionale un nuovo modello di turismo che eviti concentrazioni nei soliti luoghi. Sviluppare una visione ampia di turismo, attraverso l’organizzazione che la Regione si è data con gli ambiti di comunità. Creare buone pratiche di turismo accessibile e sostenibile attraverso le tante possibilità di collaborazione tra pubblico e privato. Anche il presidente Eugenio Giani e l’assessore a economia e turismo Leonardo Marras hanno preso parte, stamattina, al Forum Internazionale del Turismo Italiano, evento organizzato dal Sole 24 Ore a Villa Vittoria, a Firenze. Tra gli ospiti anche il ministro del turismo Daniela Santanchè.
Il presidente Giani ha spiegato che “l'Italia non deve lasciarsi attraversare dal turismo, ma deve governarlo. Il concetto che abbiamo lanciato con la legge sulla Toscana diffusa credo possa essere rilanciato a livello nazionale, declinandolo in Italia diffusa, quella dei piccoli borghi, dei bei paesaggi, dell'enogastronomia. Una legge che va nella direzione di liberare dalla morsa quelle mete, uniche, che creano concentrazioni eccessive di visitatori. Parliamo di Firenze, Pisa, Lucca o Siena. Lo sforzo che ci vede impegnati è quello di cercare di indirizzare i turisti al di là di queste destinazioni, quindi verso la Val d'Orcia, il Chianti, i borghi, verso paesaggi straordinari, che siano mare o montagna e di cui la Toscana dispone”. Poi ha aggiunto che “proprio con questo obiettivo stiamo sviluppando, con il nuovo Testo unico approvato a fine 2024, una promozione che non avviene più su base provinciale, ma su 28 ambiti, ognuno dei quali ha delle proprie peculiarità che non possono essere racchiuse su base provinciale, appunto”. Quindi che “occorre sviluppare una una visione completa del turismo, che abbraccia la cultura, l’enogastronomia, l’ambiente e il paesaggio, la sostenibilità, l'archeologia industriale. Un settore che può dare un aiuto importante all'economia, considerato che per la Toscana vale circa il 16-17% di Pil, a fronte di una media italiana dell'11%”. Trattando invece il nodo legato all’impugnazione della legge regionale da parte del governo, ha concluso dicendo “che è evidente che quando si parla molto di qualcosa significa che si è colpito negli aspetti importanti. La nostra è una legge che ci viene richiesta da tutte le regioni, quindi è una legge che ha fatto parlare e lo ha fatto in positivo. Andiamo avanti con molta determinazione, consapevoli che questa è una materia che la Costituzione assegna alle regioni. La nostra legge - ha concluso - va bene per la Toscana, ha ricevuto ampio appoggio da categorie e associazioni e credo che sapremo far valere le nostre ragioni di fronte alla Corte Costituzionale”.
L’assessore Marras è intervenuto alla tavola rotonda sul tema ‘Sostenibilità e inclusività: investire in un turismo accessibile a tutti’. “La Toscana, con la nuova legge approvata nel 2024, ha aggiornato una normativa precedente risalente al 2016, rispondendo all’esigenza di affrontare i cambiamenti strutturali emersi negli ultimi anni, tra cui quelli legati alla pandemia, e le sfide connesse alla sostenibilità, intesa non solo in senso ambientale, ma anche sociale. In questo contesto è stato sviluppato il concetto di ospitalità diffusa, sostenuto dalla nascita di esperienze promosse dalle cooperative di comunità. Negli ultimi quattro anni ne sono nate 47, generando 280 nuovi posti di lavoro in piccoli centri, spesso legati proprio all’offerta turistica. La Toscana si è inoltre dotata di una Carta dei Valori del Turismo Sostenibile e, attraverso Toscana Promozione Turistica, sta conducendo un’indagine per definire e strutturare un primo nucleo di offerta concreta legata a questo tipo di turismo”.
Un altro tema centrale è quello dell’accessibilità. “Grazie anche a un finanziamento statale – ha aggiunto Marras -, è stato avviato un processo di co-progettazione che ha coinvolto gli enti del Terzo Settore, con l’obiettivo di rendere accessibili i principali punti di interesse, beni culturali e spiagge. L’intento è quello di estendere progressivamente l’accessibilità anche alle strutture ricettive, ai cammini, ai percorsi e agli itinerari naturalistici. Si tratta di un’esperienza significativa che verrà replicata, grazie a una maggiore disponibilità di risorse, con l’obiettivo di rendere i progetti pilota ripetibili e diffusi in tutto il territorio regionale. La collaborazione tra pubblico e privato può generare molteplici forme di partenariato virtuoso, capaci di tradurre in pratica idee e proposte che, altrimenti, rischierebbero di restare solo sulla carta”.