Con le decisioni sui casi di infrazione adottate periodicamente, la Commissione europea avvia azioni legali nei confronti degli Stati membri inadempienti agli obblighi previsti dal diritto dell'UE. Le decisioni qui esposte, relative a diversi settori e ambiti delle politiche dell'UE, mirano a garantire la corretta applicazione del diritto dell'UE a beneficio dei cittadini e delle imprese.
Le decisioni principali adottate dalla Commissione sono illustrate di seguito, raggruppate per settore. La Commissione procede inoltre all'archiviazione di 91 casi in cui le divergenze con gli Stati membri interessati sono state risolte senza che fosse necessario proseguire oltre nella procedura.
Per maggiori informazioni sulla procedura di infrazione dell'UE si rinvia al testo integrale delle domande frequenti. Per ulteriori dettagli sulla cronologia di un caso è possibile consultare il registro delle decisioni sui procedimenti di infrazione.
Mercato interno, industria, imprenditoria e PMI
Lettera di costituzione in mora
La Commissione invita l'ITALIA a garantire il rispetto delle norme dell'UE sulla libera circolazione delle merci
La Commissione ha deciso di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all'Italia (INFR(2025)4000) poiché quest'ultima non ha rimediato all'incompatibilità dei suoi obblighi di etichettatura con gli articoli da 34 a 36 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE).
L'Italia ha introdotto l'obbligo di apporre sui prodotti di consumo un'indicazione specifica che informa in merito alle situazioni in cui un prodotto, pur mantenendo inalterato il precedente confezionamento, ha subito una riduzione della quantità e un correlato aumento del prezzo per unità.
Sebbene la Commissione riconosca l'importanza di informare i consumatori riguardo a tali modifiche, l'obbligo di riportare questa informazione direttamente su ciascun prodotto interessato non sembra proporzionato. I requisiti nazionali in materia di etichettatura rappresentano un notevole ostacolo al mercato interno e compromettono gravemente la libera circolazione delle merci.
La Commissione ritiene che le autorità italiane non abbiano fornito prove sufficienti della proporzionalità della misura, in quanto sono disponibili altre opzioni meno restrittive (ad esempio la fornitura delle medesime informazioni in prossimità dei prodotti interessati). Secondo la Commissione, l'Italia avrebbe inoltre violato la direttiva sulla trasparenza del mercato unico (direttiva (UE) 2015/1535), poiché la misura è stata adottata prima della scadenza del termine di differimento successivo alla notifica del disegno di legge da parte dell'Italia e senza tenere conto del parere circostanziato emesso dalla Commissione.
La Commissione procede pertanto all'invio di una lettera di costituzione in mora all'Italia, che dispone ora di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione, trascorsi i quali, in assenza di una risposta soddisfacente, quest'ultima potrà decidere di emettere un parere motivato.