Il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Raffaele Fitto, ha incontrato lo scorso 6 febbraio 2025, una delegazione della Conferenza delle regioni periferiche marittime (CRPM) guidata dal presidente Filip Reinhag. La rete europea CRPM ha discusso con Fitto della revisione di medio termine e del futuro della politica di coesione nell’ambito del dibattito sul prossimo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP).
La delegazione della rete delle regioni periferiche marittime era composta dal presidente Filip Reinhag, da Silvia Burzagli responsabile dell’ufficio della Toscana a Bruxelles (in rappresentanzadel vicepresidente della CRPM per la Coesione e presidente della Regione Toscana Eugenio Giani), da Davide Strangis (Segretario generale facente funzione della CRPM) e da Jorge Nunez Ferrer (Direttore della CRPM per la Coesione e il Bilancio dell'UE).
Nel 2025 ha preso il via il nuovo ciclo istituzionale dell'UE incaricato di preparare il Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) post-2027 che definirà le priorità di spesa dell'Unione per i prossimi anni, compresa la ripartizione e l'architettura della Politica di Coesione.
I negoziati per il prossimo bilancio dell'UE nei prossimi mesi saranno particolarmente ardui, poiché l'UE si trova ad affrontare un accumulo di sfide, come la necessità di ripensare la sicurezza e la difesa europee e l'aspirazione a rafforzare la competitività per riaffermare il ruolo dell'UE come forte attore economico globale.
Parallelamente a questo aumento delle ambizioni, la capacità di bilancio dell'UE rimane limitata. In questo contesto, il ruolo della politica di coesione post-2027 sarà determinante per il raggiungimento degli obiettivi dell'UE.
In previsione dei negoziati istituzionali, negli ultimi anni la CRPM si è impegnata con i suoi membri per valutare l'attuale architettura della Politica di Coesione e i principali elementi che possono guidarne i futuri cambiamenti.
Nel corso dell’incontro con il Vicepresidente esecutivo Fitto, sono stati affrontati alcuni punti che ruotano attorno alle preoccupazioni per una centralizzazione della Politica di Coesione.
I punti emersi sono i seguenti:
A) Condizionalità delle riforme e regioni nel Semestre europeo - L'attuazione dello Strumento di ripresa e resilienza (RRF) ha portato nuovi elementi nel dibattito sugli investimenti dell'UE, come la condizionalità delle riforme, che collega l'erogazione dei fondi a obiettivi di riforma concordati a livello nazionale e regionale attraverso il processo del Semestre europeo. La CRPM ha individuato alcuni rischi nella condizionalità delle riforme che, se non adeguatamente progettata con le Regioni, può aumentare notevolmente l'onere amministrativo e penalizzare gli investimenti regionali a causa di questioni che esulano dalle loro competenze.
B) Piano nazionale unico e bilancio basato sulle politiche - La semplificazione dei finanziamenti dell'UE è uno sforzo ricorrente e quindi l'idea di fondere tutti i programmi di gestione condivisa in un unico programma nazionale potrebbe essere sul tavolo. Sebbene sia certamente necessario un migliore coordinamento, la CRPM ha individuato alcuni rischi per i principi fondamentali della Politica di Coesione che questi cambiamenti potrebbero comportare, in particolare per quanto riguarda la partecipazione regionale. Un unico piano nazionale potrebbe implicare la centralizzazione della Politica di Coesione e scollegarla dalle esigenze territoriali, come è avvenuto con l'attuazione del RRF.
C) Coesione territoriale e coordinamento delle politiche - La CRPM sostiene con forza l'idea della coesione territoriale come principio guida delle politiche dell'UE. In questa logica, piuttosto che semplificare attraverso la centralizzazione, la CRPM cerca di coordinare le politiche che hanno una dimensione territoriale. L'obiettivo principale è quello di ottimizzare la Politica di Coesione come motore per uno sviluppo territoriale armonizzato, quindi un approccio flessibile dal basso verso l'alto sarebbe il modo per raggiungere questo obiettivo con le regioni che guidano le decisioni in linea con gli obiettivi dell'UE.
D) Cooperazione territoriale europea e strategie macroregionali - Alcuni buoni esempi di coordinamento trasversale dell'UE sono rappresentati da INTERREG (in tutte le sue componenti, comprese quelle transnazionali e marittime transfrontaliere) come strumento cruciale per promuovere un'identità europea comune, l'apprendimento transregionale e l'integrazione regionale. Nonostante il suo forte valore aggiunto per l'UE, INTERREG rimane uno strumento residuale all'interno della politica e la sua dimensione (in termini di bilancio) non ha accompagnato la crescente interdipendenza nell'UE e le richieste degli stakeholder territoriali.
E) Tipologia territoriale e Agenda per le isole - Il vicepresidente Fitto, ha sottolineato la necessità di fornire un sostegno inclusivo a tutte le regioni, includendo menzioni specifiche delle tipologie territoriali come le regioni costiere, le aree settentrionali scarsamente popolate, le isole e le regioni ultraperiferiche. La politica di coesione deve dimostrare di essere veramente inclusiva e sensibile al territorio, garantendo di rispondere efficacemente alle diverse esigenze di tutte le regioni dell'UE, sulla base di un quadro politico lungimirante che sostenga realmente lo sviluppo economico, sociale e territoriale, prevenendo al contempo l'aumento delle disparità, in particolare nei territori vulnerabili come le isole. La proposta di un Patto e di un'Agenda per le isole dell'UE, basata su un approccio personalizzato per questi territori, va in questa direzione, consentendo non solo di affrontare le loro sfide uniche, ma anche di massimizzare e sfruttare il loro pieno potenziale, a beneficio dell'UE nel suo complesso.
Nel corso della proficua discussione, il vicepresidente Fitto ha ribadito che la politica di coesione non è intoccabile ma deve essere modernizzata per rispondere al meglio alle nuove sfide e alle nuove priorità.
La voce dei territori è fondamentale per il futuro dell'Europa, è importante gestire le diverse realtà territoriali che hanno bisogni diversi, dalle città che devono affrontare la sovrappopolazione, alle isole che soffrono soffrono di spopolamento.
Fitto ha ribadito che serve una governance in cui le Regioni ed Enti locali saranno nel cuore di ogni azione, solo attraverso una collaborazione stretta sarà possibile superare le sfide che avremo di fronte.