Approvato il 26 maggio 2015 dalla Commissione europea, il Piano di Sviluppo Rurale rappresenta il principale strumento di finanziamento delle politiche agricole regionali. Dal 2014 al 2020 mette a disposizione quasi 962 milioni di euro complessivi. Rispetto ai quali l'Ue contribuisce per il 43,12%, mentre la restante parte è cofinanziata dalla Regione (17,06%) e dallo Stato (39,82%).
In questo modo si aiutano le imprese che si impegnano a migliorare la propria competitività, a contribuire alla conservazione degli ecosistemi naturali, all'adattamento ai cambiamenti climatici, allo sviluppo economico e sociale dei territori rurali, con una particolare attenzione a quelli montani, a moltiplicare i processi di progettazione integrata a vari livelli (territorio, filiere), a promuovere i prodotti di qualità e la diversificazione delle attività.
Dal maggio 2015 fino ad oggi, sono stati allocati circa 565 milioni di euro, a fronte dei quali sono state presentate circa 24 mila domande di aiuto. Se a questi sommiamo i 118 milioni che arrivano dalla programmazione 2007/2013 si arriva a quasi 683 milioni già allocati: siamo già al 70% dell'intera dotazione finanziaria prevista per tutti i 7 anni.
Ad oggi sono usciti 34 bandi. Su 54 linee finanziarie programmate (34 sottomisure e 19 tipi di operazione) ne sono già state attivate 40. Delle rimanenti 14 linee finanziarie ancora da attivare, 12 saranno attivate entro il 2017, solo 2 verranno attivate nel 2018.
Dalla suddivisione dei pagamenti per misura si vede che le misure in cui sono stati effettuati pagamenti più consistenti sono le misure a superficie, ovvero la misura 11 (biologico) con quasi 29 milioni e la 13 (indennità compensative) con quasi 8 milioni; a seguire ci sono la misura 4 (investimenti) con oltre 17 milioni e la misura 8 (forestazione) con quasi 17 milioni (la gran parte dovuti ai trascinamenti della vecchia programmazione).
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