'Mio padre fu ucciso, ma io grido no alla pena di morte'

'Mio padre fu ucciso, ma io grido no alla pena di morte'

All'ultimo momento un imprevisto gli ha impedito di essere presente. Così Mario Flores, l'ex detenuto che era sfuggito alla condanna a morte in extremis in Usa,  non ha potuto raccontare la sua vicenda di fronte ai 300 ragazzi delle scuole superiori e medie che stamani hanno preso parte al teatro di Rifredi, a Firenze, ad una giornata di riflessione sulla pena di morte. C'erano invece l'avvocato Andrea Keilen e  Renny Cushing, già deputato del New Hampshire, fondatore e direttore di  Murder Victim's Families for Human Rights, associazione di familiari delle vittime di omicidio impegnata per il rispetto dei diritti umani. La loro testimonianza, alla quale ha fatto seguito l'intervento dell'assessore regionale Massimo Toschi, è stata ascoltata in silenzio dai ragazzi, che alla fine si sono alzati in piedi salutando con un applauso. La mattinata, che rientra fra le iniziative collegate alla Festa della Toscana, si è svolta su iniziativa della giunta regionale toscana, della comunità di Sant'Egidio, Amnesty International e della compagnia Pupi e Fresedde-Teatro stabile di Rifredi. Accompagnati dai loro insegnanti, i ragazzi (provenienti dalla scuola media di San Piero a Sieve, dal  Liceo  Varchi di Montevarchi, dagli Iti Calamandrei, Marco Polo  e Leonardo da Vinci di Firenze, e dal Liceo Leonardo da Vinci di Firenze) hanno assistito in mattinata  ad uno spettacolo teatrale in tema, intitolato 'Memoria del boia', messo in scena dalla compagnia Pupi e Fresedde-teatro stabile di Rifredi.
L'avvocato Andrea Keilen, che da anni lavora per il Texas Defender Service, un'organizzazione non profit che si occupa  di condannati a morte (circa 200 le persone cui è stata offerta assistenza legale)  ha messo in luce le storture del sistena giudiziario del Paese e i pregiudizi  della società. 'Così – ha detto – se la vittima di un delitto è  di razza bianca e l'accusato no, quest'ultimo ha una probabilità di condanna a morte 6 volte superiore rispetto ad un accusato bianco. Keilen ha spiegato inoltre che la grande maggioranza dei condannati è indigente, spesso con problemi mentali  e che l'avvocato d'ufficio offerto dallo Stato spesso non è all'altezza della situazione. Così come – ha detto ancora – capita che procuratori e magistrati, che in USA sono cariche elettive, facciano campagna elettorale per l'elezione dichiarandosi a favore della pena di morte, per raccogliere più voti'.
Renny Cushing ha raccontato la sua vicenda personale. 'Mio padre – ha detto tra l'altro – fu ucciso in casa sua da uno sconosciuto che sparò due fucilate attarverso la porta. Dopo l'omicidio,  un vecchio amico di famiglia venne da me e, pensando di consolarmi, mi disse che sperava che l'assassino finisse sulla sedia elettrica. Non è così, io rivendico, come figlio di una vittima di omicidio, il diritto alla vita per tutti e ribadisco che non è con la pena di morte che si  ripara un delitto e si tiene conto dei diritti dei familiari delle vittime. Per questo mi sono impegnato e per questo ho fondato l'associazione Murder Victim's Families for Human Rights'. Renny Cushing, che fa parte anche di Amnesy International, ha svolto per anni l'attività di giudice a diversi livelli e come deputato del New Hampshire ha firmato e portato avanti proposte di legge per abolire la pena capitale e per creare un fondo a supporto delle vittime dei delitti. Oggi gira per il mondo  per portare avanti la sua battaglia e per testimoniare lo spirito di riconciliazione a nome delle  vittime che si oppongono alla pena capitale.
L'assessore  Massimo Toschi ha concluso la mattinata con un appello ai ragazzi, ai quali ha ricordato l'impegno di 'altri ragazzi come voi' riferendosi agli studenti  della scuola di Navacchio che, dopo essere stati in contatto epistolare con Gregory Summers, giustiziato il 25 ottobre scorso, hanno raccolto 700 firme  che sono state consegnate al Console americano per scongiurare l'esecuzione. 'Non è bastato – ha continuato Toschi – ma i ragazzi non hanno mollato e hanno chiesto che la salma di Gregory potesse riposare, come lui aveva chiesto, a Navacchio. Ebbene  la salma di Summers arriva domani in Italia con un aereo militare e il 2 dicembre nel cimitero monumentale di Cascina ci sarà il rito funebre. I ragazzi di Navacchio non hanno potuto salvare la vita a Gregory, ma il loro impegno è riuscito a far sì che la sua salma potesse riposare in un suolo amico. Oggi mi  rivolgo a voi – ha concluso Toschi – per dirvi: non vi sottraete all'impegno civile contro la pena di morte, le testimonianze che avete ascoltato sono bellissime e quella di Renny è esemplare, perché viene da una vittima. Dimostra che  non è necessario che la gente muoia per rispettare le vittime, ma che è possibile, e giusto,  in nome della vita e della giustizia lavorare per la riconciliazione. La battaglia per l'abolizione della pena di morte è una battaglia che ha bisogno anche di voi'.
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