
“Un’esperienza che lascia sicuramente qualcosa di diverso”. “Un viaggio che mi ha arricchito”.
Sono tante le voci positive tra le ragazze e i ragazzi toscani, un’ottantina provenienti da ventuno scuole superiori della regione, che tornano dal pellegrinaggio della memoria sui luoghi della deportazione italiani più consapevoli e con un bagaglio di conoscenze e racconti da condividere. Il viaggio, in compagnia della testimone Andra Bucci (sopravvissuta ad Auschwitz Birkenau), è stato organizzato dalla Regione nell'ambito di Giovanisì, il programma per l’autonomia dei giorni: tre giorni intensi, di visite, lezioni, approfondimenti e testimonianze e il quarto - domani, 10 aprile - con la restituzione dell’esperienza al Memoriale italiano delle deportazioni a Firenze, in viale Giannotti.
“E’ la terza volta che sento parlare Andra Bucci, eppure anche stavolta ne esco arricchito, con qualcosa di diverso dentro” commenta Marino del liceo scientifico Rodolico di Firenze. “Una cosa - dice – è una semplice lezione frontale di un’ora e altro sentire parlare le persone he hanno vissuto quello che raccontano e visitare quei luoghi dell’orrore. Si tratta di un’esperienza decisamente diversa, sotto l’aspetto storico ma anche umano: vicende che altrimenti non possono essere trasmesse”. “Minuzie che possono sembrare insignificanti fanno capire la storia che hanno vissuto queste persone” aggiunge.
“Non è la prima volta che sento parlare un testimone diretto della deportazione – raccointa Elisa del Dagomari di Prato -. Mi era successo alle scuole medie, ma non con così tanti dettagli e con le emozioni di cui mi ha arricchito questo viaggio”. “Mi sento quasi imbarazzata – prosegue – per il fatto di vivere in un contesto così facile rispetto alle difficoltà, alla fame e al freddo patito da Andra e da tanti come lei”:
“Sicuramente leggendo le cose e seguendo lezioni da un banco di scuola si comprende molto meno di quanto si comprenda facendo un'esperienza del genere - le fa eco Anna, anche lei del liceo scientifico Rodolico di Firenze -. Qua ti senti proprio coinvolto e credo che per capire argomenti del genere il coinvolgimento sia il punto fondamentale”. “Si parla sempre dei campi di sterminio più famosi, di Auschwitz ad esempio - prosegue -. Invece è importante imparare che anche più vicino a noi ci furono luoghi dell’orrore, come quelli che abbiamo visitato in questi giorni, e dare a questo la giusta importanza”.
“E’ importante parlare con i testimoni, di persona e non a distanza, ed è importante approfondire con gli storici – dice Edoardo del liceo classico Repetti di Carrara -. Interessantissima è stata la lezione sul difficile confine orientale italiano, una sintesi utilissima su quello che è accaduto tra la prima e la seconda guerra mondiale e durante il fascismo. La risiera di San Sabba è stata evocativa di tanti errori commessi”.