Al Memoriale delle deportazioni si è chiuso il viaggio della Memoria

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10 aprile 2025
19:00

Al Memoriale delle deportazioni si è chiuso il viaggio della Memoria

A Firenze l’ultima tappa del viaggio di quattro giorni che ha portato 81 studentesse e studenti toscani nei luoghi italiani della deportazione e della Memoria
Al Memoriale delle deportazioni si è chiuso il viaggio della Memoria
Il presidente Giani e l'assessora Nardini incontrano gli studenti e le studentesse al Memoriale della deportazione di Firenze, per l'ultima tappa del viaggio della Memoria. In basso il gruppo che ha partecipato al viaggio con l'assessora Nardini

Attenti, emozionati e più consapevoli del passato, quindi anche del presente. Sono le 81 studentesse e studenti delle scuole secondarie di secondo grado toscane che hanno partecipato al viaggio della Memoria organizzato dalla Regione Toscana, insieme alla Fondazione Museo della Deportazione e Resistenza - Luoghi della Memoria Toscana, nei luoghi delle deportazioni dall'Italia. Un percorso di quattro giorni che si è concluso oggi, giovedì 10 aprile, al Memoriale delle Deportazioni di Firenze e che ha portato le ragazze e i ragazzi a conoscere i siti del nostro Paese dove si è concretizzato l’orrore nazifascista: dal campo di concentramento di Fossoli a quello anche di sterminio della Risiera di San Sabba a Trieste.

“Anche nel nostro Paese il fascismo, con il nazismo, aveva costruito luoghi di distruzione e di morte - ha sottolineato il presidente della Regione Eugenio Giani, che stamani ha portato il suo saluto agli studenti e alle studentesse -. Gli anticorpi affinché ciò non accada più si formano anche facendo conoscere ai giovani questi luoghi e l’orrore di cui furono teatro. Oggi al Memoriale di Firenze i ragazzi hanno ricomposto le idee germogliate in questi giorni di viaggio e le hanno espresse: l’obiettivo è che trasmettano poi ai loro coetanei la loro esperienza e quello che ne hanno tratto, affinché le nuove generazioni sappiamo che cosa sono stati il nazismo e il fascismo e possano dire “mai più” ”.

Ad accompagnare gli studenti e le studentesse nella quattro giorni di viaggio, che ha preso il via lunedì 7 aprile, una testimone d'eccezione: Andra Bucci, sopravvissuta alla Shoah. Fu proprio dalla Risiera di San Sabba a Trieste che ebbe inizio il viaggio infernale che portò Andra, all’età di quattro anni, e la sorella Tatiana ad Auschwitz-Birkenau. I ragazzi e le ragazze hanno potuto perciò ascoltare dalla sua viva voce i racconti di quel momento drammatico e di quegli anni bui. 

“Consentire a ragazze e ragazzi di fare un’esperienza come questa significa passare dalle mani di coloro che hanno vissuto sulla propria pelle e visto con i propri occhi l’orrore del periodo nazifascista il testimone della Memoria - afferma l’assessora all’istruzione e alla cultura della Memoria Alessandra Nardini, che ha preso parte all'intero viaggio -. Una memoria che deve mantenersi viva, essere un vaccino capace di rafforzare i nostri anticorpi antifascisti per consentirci di riconoscere e non sottovalutare i pericoli del nostro tempo, come i rigurgiti nazifascisti a cui assistiamo, con i saluti romani o quei simboli, come ad esempio le svastiche, che troppo spesso tornano ad imbrattare lapidi e monumenti; la Memoria ci consente anche di impedire che trovino terreno fertile i tentativi, vergognosi, di riscrivere o negare la storia. In Toscana non c’è spazio per il revisionismo e il negazionismo - aggiunge l’assessora -, la storia non può essere riscritta o negata, la storia deve essere conosciuta e approfondita e va detto con molta chiarezza chi scelse la parte giusta da cui schierarsi e chi quella sbagliata”.

“La scuola ha il compito di raccontare questo, di formare cittadine e cittadini liberi e consapevoli, e le istituzioni di supportarla in questo compito - prosegue Nardini -. È a scuola che si deve imparare il valore prezioso della democrazia, della libertà, della pace, che si deve essere educate ed educati al rispetto delle differenze, tutte. Sono questi i valori, propri della nostra Costituzione antifascista, che dobbiamo tramandare alle giovani generazioni, per consentire alle ragazze e ai ragazzi di essere sentinelle di Memoria e di non restare indifferenti di fronte alle discriminazioni, alle disuguaglianze, alle violenze e alle guerre che anche oggi purtroppo caratterizzano il nostro tempo e insanguinano il mondo. Questo significa essere partigiane e partigiani oggi, questo significa raccogliere, come in una staffetta generazionale, il testimone della Memoria”.

Dopo aver ascoltato nei giorni scorsi le testimonianze e le spiegazioni sui luoghi della deportazione in Italia, anche con l’aiuto di storiche, storici, esperte ed esperti, oggi dunque è spettato alle ragazze e ai ragazzi raccontare l’esperienza vissuta. Un viaggio che lascia un segno profondo, lo hanno definito, che ha lasciato loro nella mente insegnamenti e spunti di riflessione e sulla pelle tante emozioni. “Siamo tornati dal viaggio da una parte molto provati, ma dall’altra con la mente piena - racconta Kejsi, studentessa del liceo Galileo di Firenze -. Studiare la storia sui libri è molto diverso rispetto a viverla in prima persona: c’è un impatto più forte, che ti colpisce”. “Almeno una volta nella vita è fondamentale fare un’esperienza del genere - afferma Rachele, anche lei alunna del liceo Galileo -, perché si pensa sempre che certe realtà siano lontane da noi, invece sono più vicine di quanto pensiamo”.

Dopo aver visitato il Memoriale, le studentesse e gli studenti, fogli e pennarelli alla mano, hanno sintetizzato in immagini e parole chiave quanto vissuto durante il viaggio. “Abbiamo scelto “consapevolezza” - spiega Thomas, alunno dell’istituto Chino Chini di Firenze - perché in questi quattro giorni abbiamo avuto il modo di riscoprirla. Abbiamo capito che questi avvenimenti non sono solo il capitolo di un libro, ma sono parte della storia e di quello che sarà il futuro di tutti noi ragazzi”. “Da questo viaggio siamo tornati più consapevoli - ammette Matteo, studente dell'istituto Ferraris Brunelleschi di Empoli -. Invito chi ne abbia la possibilità a fare un’esperienza come questa”.