
In medicina è l’ora di una soluzione delle donne e si chiama “Global gender medicine board - Italia”. Parte dalla Toscana, nel giorno della Festa dell’Europa, la proposta italiana di costruire nel nostro paese l’organismo che integri in maniera appropriata i bisogni delle donne e degli uomini nell’assistenza medica.
Il progetto è stato lanciato questa mattina nell’ambito dell’evento “Intelletto delle donne”, organizzato da “La Toscana delle donne” della Regione Toscana, che ha visto gli interventi di Elvira Marasco, co-fondatrice e presidente di AW20; Monica Baldi, vicepresidente di Ars Pace e di “European Parliament Former Members Association”, Pam Rajput, alto delegato AW20; Hardiani Uli Silalahi, presidente W20 Indonesia; Chiara Tilesi, regista e produttrice e fondatrice di We Do It Together; Linda Laura Sabbadini, presidente di W20 Italia; Flavia Franconi, coordinatrice del Comitato globale per la medicina di genere; Vera Regitz Zagrosek, fondatrice dell’Istituto di medicina di genere; Isabella De Martini, ambasciatrice di “Genova nel mondo”; Lucia Turco, direttore generale dell’Agenzia regionale di sanità toscana; Maria José Caldés Pinilla, direttore del Centro di salute globale Regione Toscana; Monica Bettoni, dell’Osservatorio nazionale di medicina di genere e Valeria Dubini, responsabile della Rete Codice Rosa Asl Centro oltre a un contributo video di Viginia Littlejohn, Capo delegazione W20 Usa.
“Il W20 - ha spiegato Elvira Marasco - è stato istituito nel 2015, durante la presidenza turca, poiché hanno realizzato che le donne non erano ben rappresentate, e questo accade molto spesso. Noi proviamo a realizzare politiche e raccomandazioni al G20, ma siamo indipendenti, e proviamo, come obiettivo primario, a garantire che le considerazioni di genere vengano incluse nella discussione del G20 e tradotte nella dichiarazione del G20. Grazie alla professoressa Flavia Franconi e al suo impegno in medicina, è stato chiaro che dobbiamo lavorare tutti insieme e seguire una linea, ed arrivare a un momento in cui equità di genere sarà solo una parola del passato”.
“L’applicazione della cosiddetta medicina di genere - ha quindi spiegato Flavia Franconi (una delle pioniere della farmacologia di genere nel mondo) - è il primo passo da compiere verso l’equità. Perché non separa il diritto alla salute da altri diritti come l’istruzione, la vita in casa e nella comunità e le condizioni di lavoro. Pertanto, la Charta de Florentia è stata preparata per sottolineare ai decision maker, che si trovano di fronte al più grande esperimento della storia in quanto coinvolge miliardi di persone, e che hanno l’occasione di progettare politiche innovative creando un mondo dove le differenze di genere sono solo ricordi. Le numerose interlocuzioni avute nei 2 anni passati dalla stesura della Charta de Florentia ci hanno fatto diventare consapevoli che sebbene le istituzioni sia assolutamente indispensabili per promuovere ed applicare la cosiddetta medicina di genere è necessario anche coinvolgere le forze attive e produttive della società. Esse deve disegnare e produrre farmaci, medical device, indumenti per la protezione personale, strumenti di lavoro etc adatti a tutte le persone indipendentemente dal loro genere. In altre parole, è una chiamata a mettere in atto, quello che qualcuno ha chiamato, una rivoluzione silenziosa dove la diversità diventa una vera ricchezza per portare salute e benessere indipendentemente dal sesso o del genere creando così in circolo virtuoso che porta salute, innovazione e sostenibilità economica”.
La Charta de Florentia
Firmata a Firenze nel 2021, con essa i Governi del G20 hanno recepito le 6 raccomandazioni contenute nella Charta:
1. organizzare servizi sanitari universali sensibili al sesso e al genere ben interconnessi con il sistema di welfare e con il contributo strategico delle donne e degli uomini;
2. costruire piani strategici innovativi per colmare il divario sesso-genere attraverso dati scientifici rigorosi e incentivi per gli investigatori;
3. includere approcci gender sensitive nei curricula degli operatori sanitari e promuovere adeguati percorsi di carriera per le donne;
4. valutare le conseguenze delle misure di bilancio sulla salute con approccio di genere;
5. costruire infrastrutture resilienti e innovative utilizzando parametri adeguati alle esigenze delle donne e di tutte le persone con insediamenti urbani inclusivi, sicuri e sostenibili;
6. garantire la sicurezza, i servizi e la qualità della vita, promuovendo l’attuazione di processi sostenibili e un accesso equo all’acqua e all’energia.