Economia
3 maggio 2016
13:02

La Toscana fra cinque anni. Nove obiettivi da centrare nel Prs proposto dalla giunta

FIRENZE - La proposta di Prs approvata dalla giunta apre una nuova fase dopo la pi grave crisi degli ultimi decenni. "La fase recessiva iniziata nel 2008 secondo i segnali degli ultimi mesi pare superata ricorda Rossi ma si dovr fare i conti con uno scenario completamente diverso dal passato e ancora incerto". Incerto sulla scacchiere internazionale, incerto nelle risorse limitate a disposizione e incerto perch non necessariamente la ripresa della crescita del Pil e dello sviluppo economico sar proporzionale alla creazione di nuova occupazione. Occorre far ripartire gli investimenti, scesi in Italia dal 20% al 16,5% del Pil, e correggere le diseguaglianze amplificate dalla crisi e fronteggiare tutte le situazioni di disagio che si potranno creare, anche la Toscana ha retto meglio del resto d''Italia e la crisi pu essere una grande opportunit per reinventarsi

Il Pil diminuito infatti meno, cos come gli investimenti: negli ultimi quattro anni in Toscana si riusciti ad invertire il trend, si abbandonata in parte la rendita e reinvestito sui fondamentali e si sono attratti capitali dall'esterohttp://toscananotizie.tumblr.com/. L'occupazione calata, ma con cadute inferiori a quelle delle altre regioni ed inferiore stato anche l'aumento della disoccupazione, pur raggiungendo livelli preoccupanti sul fronte giovanile: pi di 50mila sono i disoccupati under 30 e il doppio i 'neet', ovvero chi non studia, non lavora n segue un corso di formazione.

Gli obiettivi
I traguardi che la Toscana ambisce a centrare sono quasi tutti superiori alla media del paese Italia; migliori del resto sono gi i risultati conseguiti fino ad oggi. Sono obiettivi macroeconomici, il cui esito dipender dalla congiuntura. Si punta ad un tasso di occupazione del 71 per cento per quella fetta di popolazione che ha tra i venti e i sessantaquattro anni (nel 2014 era il 68,1% e nel 2015 il 69,2%): un due per cento in pi che vale 50 mila posti di lavoro in pi . Dovranno crescere gli investimenti in ricerca e sviluppo, dal 1,33 per cento del 2014 all'1,53 nel 2020, soprattutto quelli privati, perch quelli pubblici, forti dell'impegno delle universit , sono gi alti in Toscana. Quello R&S - avverte l'Irpet -  una dato per a volte sottostimato in sistemi economici dove prevalgono le piccole imprese, le quali spesso non contabilizzano le spese in ricerca, anche quando fanno innovazione.  Dovranno migliorare gli standard ambientali, garantendo almeno il 36,08% dell'energia con fonti rinnovabili contro il 25,96% che era nel 2013, ultimo dato a disposizione. L'obiettivo anche tagliare del 20% rispetto al 1990 le emissioni di gas serra in atmosfera, che poi vuol dire ridurle di una quota ancora maggiore se si guarda al 2004, quando erano cresciute dell'11 per cento rispetto a quattordici anni prima.

L'abbandono precoce degli studi ha da sempre caratterizzato la Toscana, favorito in passato dalla maggiore facilit di trovare lavoro nei distretti e piccole e medie imprese. Per anni stato funzionale al modello di sviluppo prevalente, oggi invece questa bassa propensione ad una formazione pi avanzata rappresenta un limite. Qualcosa gi stato fatto: nel 2004 il tasso di abbandono scolastico era il 20,9%, dieci anni pi tardi, nel 2014, il 13,8. Il nuovo traguardo ridurlo entro il 2020 al 13 per cento e contemporaneamente innalzare al 30,6 per cento (dal 24,%2% centrato nel 2014) la quota di giovani tra 30 e 34 anni con un'istruzione universitaria o equivalente. Lo si dovr fare con una consapevolezza, che crisi e recessione incentivano a studiare e il traguardo gi raggiunto oggi andr quindi difeso.

La crisi ha visto anche crescere le persone che non riescono ad arrivare a fine mese o che sono state costrette a tagliare parecchio la loro spesa. L'Europa si data l'obiettivo di contare 20 milioni di individui in meno considerati a rischio o gi in situazione di povert o esclusione sociale: dunque non solo ridurre i poveri ma anche chi negli anni successivi lo potrebbe diventare. La Toscana, che vanta uno degli indici di disuguaglianza pi bassi tra le regioni, dar il proprio contribuito provando a ridurre di 80-90 mila persone, entro il 2020, chi nel 2014 si trovava in questa situazione, portandole a 540 mila.

Tra i temi specificatamente regionali c' la reindustrializzazione. La Toscana, pur restando una delle regioni pi industrializzate tra quelle dell'Italia ha vissuto da lungo tempo un precoce processo di deindustrializzazione. Con la crisi la contrazione del settore si arrestata e anche il peso degli occupati dal 201e e 2014 tornato a crescere. Non arretrare e mantenere i livelli attuali (20,3% nel 2015) il traguardo che si data ora la giunta toscana. La maggiore crescita occupazionale attesa infatti nel terziario, che non vuol dire solo turismo ma anche servizi legati all'impresa. Di pari passo la giunta vuole ridurre la disparit di sviluppo che oggi esiste tra i vari territori della regione. In particolare si punta ad accorciare la distanza tra il nord e il sud della Toscana e le peggiori dinamiche che contraddistinguono costa e montagna rispetto al resto del territorio. L'ultimo obiettivo riguarda la tutela e difesa del territorio. Entro il 2020 dovr arrestarsi il consumo di nuovo suolo e marginale dovr essere in questi cinque anni, puntando pi che altro al recupero dell'esistente. Ci aiuter a contrastare anche i cambiamenti climatici e rendere meno vulnerabili i territori rispetto a frane ed alluvioni, altro impegno da qui al 2020.      

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