Ci sono giochi buoni, che educano e aiutano a crescere e socializzare, e giochi cattivi. Il gioco d’azzardo è uno di questi. Ne parla Maurizio Varese, che racconta il progetto contro l’azzardopatia dell’Asl Toscana Nord Ovest finanziato dalla Regione.
“Il gioco positivo – spiega Maurizio Varese, medico della Asl - è quello fatto per il piacere di giocare e dove conta l’abilità. Nel gioco d’azzardo non conta l’abilità del giocatore e la sola regola matematica certa è che più si gioca e più si perde”. Una malattia, quando uno ne diventa schiavo: in tal caso è raccomandato rivolgersi ad un centro per le dipendenze e chiedere aiuto.
Troppi adulti ma anche ragazzi ci cadono. Una spirale la cui attrazione è proporzionale alla differenza tra puntata e possibile vincita, ma anche - racconta il medico - dall’imprevidibilità della risposta alla giocata e dal piacere indotto dalla produzione di dopamina, che nel cervello di un giocatore incallito si genera non solo quando uno vince ma anche quando uno perde”.
Testimonial del progetto Ubaldo Pantani, imitatore, comico e attore di Cecina. “Tutti i giocatori d’azzardo sono dei bugiardi spaventosi, come i tossicodipendenti. Dunque inventate come fanno loro – consiglia - e recitate una parte per convincere magari un amico a rivolgersi ad un centro specializzato”.