Istituzioni
22 febbraio 2020
16:06

Lavoro sicuro, Bugli: "Puntiamo ora sulla consapevolezza della legalità"

L'assessore al consiglio straordinario a Prato su "Illegalità diffusa in città in materia di diritti dei lavoratori e concorrenza"

Massima severità nei confronti di quelle aziende che si sono macchiate di irregolarità sui diritti dei lavoratori, con contratti non veritieri o con il ricorso al lavoro nero.

E avanti tutta con i controlli sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, avviati fino dal 2014 con Lavoro Sicuro, e anche sul rispetto della legalità fiscale. E poi, siccome la prevenzione, i sopralluoghi e le sanzioni da soli non bastano, c’è bisogno anche della collaborazione delle stesse aziende. 


«Siamo in una fase in cui, dopo tanti anni, il progetto Lavoro Sicuro è entrato più nel dettaglio - ha detto l’assessore alla presidenza Vittorio Bugli partecipando a Prato al consiglio straordinario sul tema "Illegalità diffusa in città in materia di diritti dei lavoratori e concorrenza" - Si fanno controlli mirati, verifiche anche dal punto di vista amministrativo sul rispetto delle norme della sicurezza. I risultati sono buoni e bisogna rilanciare, anche facendo nascere una consapevolezza e una cultura di quanto sia importante per la sopravvivenza e la lunga vita di una azienda, consolidare i principi e i criteri di legalità nella vita aziendale. La formazione per le aziende alla quale abbiamo recentemente dato avvio serve proprio a far maturare questa consapevolezza, soprattuto nelle aziende più piccole»,

L’assessore ha ricordato i buoni risultati ottenuti con Lavoro Sicuro, la grande operazione sicurezza sul lavoro, avviata nelle aziende dopo il drammatico rogo al Macrolotto di Prato. Solo nel secondo semestre 2019, a Prato sono state elevate sanzioni per oltre 500 mila euro e tutti gli indicatori di irregolarità sono in calo: i domitori abusivi nei luoghi di luoghi di lavoro sono crollati del 68%, gli impianti elettrici non a norma dell’80%, e anche i sequestri e le chiusure di attività sono diminuiti del 93%. 


Ma i controlli, che pure continuano, non bastano da soli.  

«La Regione non darà un euro di incentivi a chi è passato da irregolarità che riguardano i diritti del lavoro. Le aziende su questo punto devono essere a posto» ha avvertito Bugli che ha anche ricordato che, nella proposta di autonomia differenziata avanzata al governo, «abbiamo chiesto che la Regione possa assumere il ruolo di coordinare tutti i controlli sul lavoro: questo ci permetterebbe di agire con più forza per avere una presenza di tutti gli enti che hanno responsabilitò di controllo, tipo il lavoro nero, dove oggi non abbiamo competenze».

Il sindaco Matteo Biffoni ha chiamato a ragionare sul «sistema Prato» tutti i soggetti che si occupano del tema, qui particolarmente sentito, dei diritti di lavoratori: dai sindacati alle categorie economiche, dall’Inps all’Inail, dagli ordini professionali alla rete delle imprese fino all’università. Una seduta alla quale ha partecipato anche il procuratore della Repubblica di Prato Giuseppe Nicolosi. Il quale ha ricordato l’importanza di una «coscienza civile e di una assunzione di responsabilità da parte di tutti» lanciando «proprio in questa sede, l’invito alla collaborazione con l’autorità giudiziaria che è fondamentale: ci sono state inchieste nate grazie alla segnalazione dei cittadini».

Conoscenza approfondita e scientifica dei fenomeni di illegalità, cosa che la Regione sta facendo grazie al Rapporto sui fenomeni di criminalità con la Scuola Normale di Pisa, ormai giunto alla terza edizione, e rafforzamento della cultura della legalità. «Se vogliamo essere davvero incisivi - ha spiegato l’assessore Bugli - bisogna agire sull’aspetto economico e sul rapporto con il fisco. Più volte abbiamo proposto, come conferenza delle Regioni, di dare applicazione a una legge grazie alla quale se c’è un recupero fiscale, una quota possa essere destinata al territorio per essere usata per progetti contro l’evasione e l’illegalità. Tra l’altro abbiamo visto che quelle aziende dove abbiamo fatto i controlli con Lavoro Sicuro, dopo sono entrate in un regime di denuncia dei redditi molto superiore rispetto al passato».